DIDATTICA: Filosofia ed educazione

materiali liberamente utilizzabili, citando la fonte

 


Riflessioni epistemologiche e strutturalismo genetico nelle ‘Scienze dell’uomo’ di Jean Piaget: guida sintetica al testo

Nota: il numero delle pagine fra [], si riferisce all’edizione Laterza, 1983(3^ed.), de Le scienze dell’uomo di J.Piaget

Le ‘Scienze dell’uomo’ di Jean Piaget è un insieme di tre saggi dell’autore editi all’interno di uno studio pubblicato dall’UNESCO nel 1970: Tendances principales de la recherche dans les sciences sociales et humaines, Premiere partie: sciences sociales (di cui costituiva l’Introduzione, il cap.III e il cap. VII).

E’ un’opera di riflessione epistemologica e di classificazione delle scienze dell’uomo, secondo la concezione dello ‘strutturalismo genetico’

Strutturalismo genetico, studio delle strutture operatorie con cui vengono pensate e sviluppate storicamente le scienze e che “comportano inoltre un carattere di autoregolazione nel senso cibernetico del termine” .[pag.7]

I processi di autoregolazione caratterizzano tutta l’attività operatoria dei soggetti umani, sia nelle costruzioni logico-matematiche sia nei modelli causali.

I caratteri di una struttura sono:

-         le leggi di totalità (cfr. Gestalten)

-         le leggi di trasformazione

-         un’autoregolazione

-         e allo stadio di compiutezza costituiscono un sistema chiuso.

Queste strutture sono innate o acquisite?

Secondo Piaget  il corredo genetico innato è una possibilità di funzionamento e non è eredità di organizzazione di strutture, contrariamente agli istinti che sono parte importante del ‘programma ereditario’.

 

CLASSIFICAZIONE DELLE SCIENZE

 

1.      Scienze nomotetiche

Discipline che si impegnano nella ricerca di leggi e relazioni costanti (esprimibili sia in termini matematici che in linguaggi correnti).

Fanno parte di questo gruppo: la psicologia scientifica, la sociologia, l’etnologia, la linguistica, la scienza economica e la demografia.

Esse hanno una rilevante dimensione storica.

I metodi di verificazione sono basati sul controllo dei fatti dell’esperienza.

 

2.      Scienze storiche

Discipline che hanno come oggetto di ricerca la ricostruzione e l’interpretazione dello sviluppo delle manifestazioni della vita sociale (opere oppure idee di rilevanza sociale).

La dimensione diacronica rende la storia e la storia di/della (matematica, logica, ecc..) autonoma  e con uno statuto epistemologico relativamente stabile e non mira a formulare ‘leggi’ (cfr. scienze nomotetiche), non hanno caratterizzazione astratta, ma concreta.

La storia della matematica occupa un posto particolare per i caratteri interni della sua strutturazione.

 

3.      Scienze giuridiche

Discipline basate sul dover essere (sollen).

Le norme non dipendono dalla constatazione di relazioni oggettive (cfr. scienze nomotetiche) ma costituiscono prescrizioni che mantengono una loro validità anche se il soggetto li rifiuta deliberatamente o non ne fa uso.

Nella psicologia genetica, le norme logiche risultano dapprima indifferenti al soggetto poi divengono necessarie nel processo dell’adattamento all’ambiente sociale e delle strutturazioni interne.

 

4.      Scienze filosofiche

Tratto comune delle varie e difformi valutazioni sulla natura e sviluppo delle discipline filosofiche è che esse elaborino una coordinazione generale dei valori umani (concezioni del mondo, conoscenze acquisite e loro critica, convenzioni, attività umane, ecc..)

Nel XIX secolo è iniziato un processo che si è affermato sempre più: “la differenziazione di un certo numero di branche, originariamente filosofiche, che si costituiscono in discipline autonome e specializzate.” [pag.21]

 

Epistemologia genetica è lo studio dei procedimenti della conoscenza nel loro sviluppo logico e storico.

Alla costituzione e sviluppo delle scienze dell’uomo hanno contribuito i seguenti fattori:

 

A. DECENTRAZIONE COMPARATIVISTA

Lo sviluppo storico-logico delle scienze nomotetiche è stato possibile grazie all’affermarsi sia della tendenza comparativista sia della decentrazione che la permette.

“La decentrazione principale consiste nel non partire più dal pensiero individuale come origine della realtà collettiva, considerando invece l’individuo come il prodotto di una socializzazione.” [pag.25]

(cfr. lo sforzo di Marx di critica dell’ideologia in relazione ai rapporti di produzione e all’analisi delle classi sociali, ma la stessa tendenza può ritrovarsi, ad es., nella psicologia scientifica e la nozione di ‘coscienza’ comprensibile solo nell’ambito relazionale e della ‘condotta’,  così come nell’analisi probabilista-statistica di Keynes, ecc..).

 

          B.  LA TENDENZA STORICA O GENETICA,

che ha permesso un ulteriore passo in avanti nella costituzione di scienze autonome e con metodi verificabili: la linguistica ne è un esempio, ma non il solo (cfr. anche la sociologia).

Lo stesso Marx ha generalizzato l’applicazione della dialettica storica alle strutture economiche e all’analisi sociale delle ideologie.

E’ fondamentale la conoscenza delle risultanti del processo evolutivo-storico della scienza in oggetto.

 

         C. MODELLI FORNITI DALLE SCIENZE DELLA NATURA

La positiva funzionalità nell’ambito delle ricerche naturali ha visto il tentativo di trasporla nell’ambito delle scienze dell’uomo: dapprima con tendenze riduzioniste, poi con un’accentuata influenza reciproca, come dimostrano le discipline biologiche e fisico-chimiche (cfr. la stessa origine delle idee di Darwin, mosso in prima battuta da considerazioni di tipo economico e demografico).

 

         D. DELIMITAZIONE DEI PROBLEMI

Le scienze rimangono ‘aperte’; il caso che Piaget cita è quello dell’introspezione della coscienza e dello sviluppo della psicologia nel suo distacco dalla radice filosofica.

Considerata una mera questione metafisica da Comte, mezzo secolo più tardi la scuola di Wurtzburg in Germania e A.Binet in Francia utilizzavano l’introspezione provocata, considerando il pensiero non fantasiosa immagine mentale, ma atto vero e proprio:

“con ciò era aperta la strada alla metodica messa in relazione dell’intelligenza e dell’azione e alla psicologia della condotta, la quale certo riduce l’introspezione ad un ruolo limitato, ma in forza di una lunga serie di esperienze sistematiche capaci di fornire ‘obiettivamente’ le ragioni di queste limitazioni, e non procedendo per decreti arbitrari.” [pag.32]

 

Il distacco della psicologia, della sociologia, della logica, dall’originario ceppo filosofico, è avvenuto dunque per la necessità inderogabile, ad un certo grado di sviluppo storico, di delimitare i problemi e procedere metodologicamente alla constatazione sperimentale e alla comune verifica osservabile.

 

      E.     METODOLOGIA SCIENTIFICA E STRUMENTI DI VERIFICA

La volontà della verifica, è il tratto comune unificante della formazione e sviluppo delle scienze dell’uomo:

1.      come verifica sperimentale, sulle questioni di fatto

2.      come verifica formalizzata, sulle questioni deduttivo-logiche

 

 

Fondamenti epistemologici delle scienze dell’uomo

 

Perché le scienze deduttive si sono costituite prima (e anche molto prima, cfr. i Greci) delle scienze sperimentali?

Secondo Piaget, perché ciò corrisponde allo stesso sviluppo psicologico, mentale, operazionale e relazionale dell’uomo (epistemologia genetica= lo sviluppo delle scienze ricalca in grande scala ciò che in scala minima è lo sviluppo individuale umano nelle sue modalità mentali, operazionali, ecc.)

Infatti è fisiologico che naturalmente l’uomo, nel suo sviluppo individuale, sia portato dapprima a dedurre, poi a sperimentare, perché ciò comporta un lento e faticoso lavoro di adattamento.

IMPORTANTE:

“nel bambino (e indipendentemente dalle trasmissioni scolastiche o di adulti) si può constatare che le operazioni deduttive si costituiscono molto prima delle condotte sperimentali e che anzi queste ultime sono nettamente subordinate alle forme superiori di quelle. Fatti come questi, che è peraltro facile controllare minutamente, provocano che i fattori socio-economici, il cui peso non è in genere trascurabile, non sono tuttavia sufficienti a spiegare questo scarto della sperimentazione in rapporto alla deduzione.” [pag.35, nota]

Inoltre, sul terreno deduttivo, le operazioni primarie sono anche le più semplici (come riunire o separare, ordinare, coordinare, mettere in corrispondenza, ecc..)

L’esperienza non può essere letta semplicemente; la sua interpretazione richiede una strutturazione logico matematica, più difficile da costruire.

 

Peculiarità delle scienze dell’uomo è l’identificazione di soggetto-oggetto della ricerca:

soggetto egocentrico=soggetto epistemico

ciò implica una serie di questioni, perché l’io dell’osservatore è impegnato negli stessi fenomeni indagati (e che andrebbero indagati dall’esterno).

C’è dunque il rischio di sottovalutare l’importanza (fondamentale) di tecniche metodologiche obiettive e le stesse condizioni dell’obiettività (al di là della volontà del ricercatore) come la decentrazione comparativista ecc.., sono più difficili e limitate.

 

Critica del Behaviorismo:

rifiutare l’introspezione per studiare esclusivamente il comportamento, sebbene abbia aperto ad una feconda psicologia delle condotte, è riduttivo: la psicologia non può ignorare la coscienza, sebbene debba rendersi consapevole dei rischi che ciò comporta, specie per le deformazioni conoscitive possibili:

“Sul piano conoscitivo, la psicologia della ‘condotta’, in opposizione a quella del solo comportamento, colloca di nuovo la coscienza nella sua prospettiva funzionale, spiegando in tal modo il suo ruolo in funzione dell’adattamento e insieme le sue insufficienze ed errori.” [pag.43]

 

Per la sociologia, il problema è il rapporto tra osservatore e fatti da osservare ed osservabili; questi verranno modificati già dalla loro selezione, classificazione, scelta e soprattutto constatazione ed interpretazione. E’ il prototipo di un’interazione dialettica.

Qualsiasi struttura non si comprende se non si analizza la sua genesi e il suo sviluppo.

Per evitare la soggettività dell’osservatore, è dunque necessario studiare gli effetti della struttura sul comportamento e sulla condotta.

 

I METODI DI SPERIMENTAZIONE

 

In sociologia, ma anche in economia, demografia, ecc.., quando si tratta cioè di fenomeni collettivi, la sperimentazione di tipo classico è evidentemente impossibile e dunque va sostituita con un’osservazione sistematica e dal grado di precisione nella connotazione degli stessi fatti di osservazione; inoltre, è da tener presente che i fenomeni sociali sono connessi ai processi storici, non riducibili a schemi deduttivi. Mancano cioè unità di misura e sono impossibili strutture (pur di natura logico-matematica) con caratteri numerici. (Fa eccezione, da questo punto di vista, la demografia).

Ciò vale anche per la psicologia dello sviluppo, sebbene questa sia in grado di utilizzare la sperimentazione a tutti i livelli di età e arrivare alla conoscenza dei meccanismi formatori.

Nelle scienze economiche, se la misura è più agevole, la sperimentazione è difficoltosa. E’ LA LINGUISTICA, che, pur essendo priva di quasi tutti i mezzi della sperimentazione, pur non possedendo unità di misura universali, ha una metodologia sufficientemente precisa.

 

SCIENZE DELL’UOMO E FILOSOFIE

 

Un uomo di scienza non è mai un puro pensatore, ha sistemi di riferimento ideologici a cui aderisce, ha precise posizioni filosofiche. Come esse interagiscono con la ricerca? Piaget prende in esame alcune correnti filosofiche e le rapporta alla ricerca scientifica.

 

1. L’empirismo

L’empirismo ha contribuito allo sviluppo delle scienze umane e, portando alle estreme conseguenze una forma di interpretazione, ha sollecitato ricerche in una direzione specifica che ha avuto conseguenze positive; ma sul terreno della psicologia e delle teorie dell’apprendimento, ha portato anche ad una sottovalutazione dell’attività del soggetto:

“avviene così che numerose teorie dell’apprendimento concepiscono le conoscenze acquisite come una sorta di copia della realtà e mettono tutte l’accento sui ‘rinforzi’ esterni capaci di consolidare le associazioni, laddove le teorie non empiriste insistono invece sui fattori di organizzazione e di rinforzo interni.” [pag.71]

 

2. Le filosofie dialettiche

E’ possibile distinguere due correnti nelle filosofie dialettiche contemporanee:

-         quella metodologica

-         quella filosofica

Quella metodologica non implica quella filosofica, nel senso che ricercatori possono usare metodologie dialettiche (cfr. Pavlov) senza conoscere nulla intorno alle filosofie dialettiche. Metodologicamente, la dialettica è fondamentale nello studio dello sviluppo psicogenetico della ricerca di Piaget: potrebbe dirsi che essa è l’anima della psicologia dell’età evolutiva e il motore dell’epistemologia genetica oggetto privilegiato di questo studio che stiamo prendendo in esame. Prova ne siano le sue stesse affermazioni al riguardo:

“ I lavori sulla formazione delle operazioni intellettuali a partire dalle regolazioni preoperatorie e sensorio-motrici, sul ruolo degli squilibri o contraddizioni, o delle riequilibrazioni per mezzo di nuove sintesi e di superamenti, in una parola l’intero costruttivismo che caratterizza la costruzione progressiva delle strutture conoscitive, sono stati spesso ravvicinati alle interpretazioni dialettiche senza che vi siano state, salvo eccezioni, influenze dirette.” [pag.73]

 

Egli però prende le distanze dalla dialettica più propriamente filosofica (Kant ed Hegel), mentre, riguardo il marxismo (materialismo storico e dialettico), afferma che ha positivamente influenzato l’evoluzione della sociologia e dell’economia, anche se, mancando ogni possibilità di verifica sperimentale, deve situarsi sul terreno della interpretazione.

 

3.      La fenomenologia

La fenomenologia (cfr. Husserl) è viziata dalla metafisica e dunque rimane un punto di vista strettamente speculativo. Non solo: essa è anche affetta da ‘psicologismo’; per cui, seppur possa aver influenzato temporaneamente qualche studioso della Gestalt, non ha apportato nessun reale contributo concreto allo sviluppo della psicologia scientifica.

 

SCIENZE DELL’UOMO-DELLA NATURA-SISTEMA DELLE SCIENZE

 

Una connessione fra scienze della natura e scienze dell’uomo è data dallo scambio di metodi (“naturalizzazione” delle scienze umane e “umanizzazione” delle scienze naturali). La cibernetica, ad es., ha dato un ottimo contributo alle scienze umane, influenzando contemporaneamente l’intera biologia).

La logica fa parte sia delle scienze umane che di quelle definite esatte-naturali ed anzi ne assicura le connessioni.

L’epistemologia sta conquistandosi l’autonomia come già la logica, la psicologia e la sociologia:

“ogni epistemologia scientifica si riferisce implicitamente o in modo esplicito a interpretazioni psicologiche, si tratti di percezione, di linguaggio (nelle sue relazioni col pensiero) o di strutture operatorie. “ [pag.87]

L’ epistemologia genetica si propone di ricercare sistematicamente, secondo un criterio interdisciplinare, i controlli sperimentali delle diverse discipline scientifiche.

Dialetticamente:

la stetta interazione tra soggetto e oggetto:

 “il soggetto non conosce gli oggetti se non attraverso le sue proprie attività, ma non apprende a conoscere se stesso se non agendo sugli oggetti.” [pag.89]

E’ la dialettica tra soggetto e oggetto.

Anche Chomsky ha analizzato il linguaggio rispetto alle funzioni intellettive e le strutture cognitive in modo dialettico: l’intelligenza precede il linguaggio, ne condiziona l’acquisizione, ma con una retroazione nei processi in cui l’innato e l’acquisito sono superati dal meccanismo di equilibrazione progressiva.

Previsione-spiegazione

  Quanti tipi di deduzione esistono?

Almeno due, secondo Piaget: una, inclusivo-sillogistica, che ci avvicina alla spiegazione ma differendo i problemi, l’altra definibile come costruttiva, inserire cioè le leggi in una struttura matematica con determinate norme di composizione, secondo trasformazioni complesse.

  La generale tendenza delle scienze dell’uomo è di impegnarsi sia nella spiegazione che nella comprensione: non possono spiegare senza comprendere né comprendere senza spiegare.

 

La formazione di ‘scuole’ comporta i rischi dell’isolamento e del dommatismo.

 

Il BEHAVIORISMO, oggi denominato teoria del comportamento, bandisce drasticamente ogni allusione alla coscienza.

[definizione behaviorismo pag. 102]

Piaget non crede che esista una psicologia ‘applicata’ come disciplina autonoma:

 

“si ammette invece che ogni buona psicologia conduca a valide applicazioni. Le scienze dell’uomo sono in genere chiamate a fornire applicazioni destinate a crescere d’importanza, e in tutti i campi, solo, però, a condizione di sviluppare la ricerca fondamentale senza limitarla a priori in nome di criteri utilitari: poiché, ciò che appare all’inizio scarsamente utile può risultare il più fertile di conseguenze imprevedibili, laddove una delimitazione iniziale fatta in funzione della pratica impedisce di dominare l’insieme dei problemi e rischia di lasciar sfuggire quello che in realtà è il più importante e il più fecondo.” [pag.109]

 

La psicologia, per la sua genesi principalmente filosofica, ha avuto difficoltà a inserire il tema della coscienza e dell’introspezione all’interno delle ‘condotte’.

Certo, esiste il problema del rapporto, nell’analisi dei processi cognitivi, tra obiettività e intuizione soggettiva: l’obiettività, nella psicologia scientifica contemporanea, non è ignorare la coscienza o l’introspezione, ma il decentramento rispetto all’io (per cui lo psicologo, rispetto al filosofo, è cosciente di dover avanzare ipotesi verificabili attraverso strumenti di controllo) dell’osservatore.

Da qui i tre principali indirizzi di ricerca:

1- quello della centralità del comportamento

2- quello genetico

3- “il punto di vista strutturalista (..): la ricerca, cioè, delle strutture di comportamento o delle strutture di pensiero risultanti dall’interiorizzazione progressiva delle azioni, delle quali è tuttavia possibile sperimentalmente accertare gli effetti, mentre il soggetto stesso, pur avendole costruite attraverso la propria attività, non prende coscienza della loro esistenza in quanto strutture.” [pag.117]

Notevole, a questo riguardo, il contributo della psicologia della Gestalt.

 

La psicologia scientifica cerca di rispettare le regole generali della verifica sperimentale e anche, quando possibile, dell’astrazione formale.

  LIMITI DELL’EMPIRISMO (SENZA STRUTTURALISMO): LESS (1)

“consiste nel limitarsi ai soli osservabili, spingendo l’astrazione fino a stabilire al massimo tra essi delle relazioni ripetibili, senza mai oltrepassare il livello dei fatti generali o leggi con una ricerca delle spiegazioni o con l’elaborazione di teorie interpretative.” [pag.121]

E così Skinner, ad es., si limita a due sole specie di osservabili: gli inputs (stimoli presentati al soggetto) e gli outpouts (reazioni suscettibili di misurazione).

Se ciò ha portato a feconde ricerche come l’utilizzazione dell’”apprendimento strumentale” scoperto da Konorski, ha suscitato forti opposizioni come quelle del linguista Chomsky, che considera irriducibile l’apprendimento linguistico ai modelli di Skinner.

L’empirismo, in effetti, non riesce a cogliere le strutture d’insieme e la formula S-R non può non diventare comunque S (Or) R, Or= organismo in una circolarità S-R e l’impossibilità di astrarre dalle variabili intermedie dovute a Or.

Merito comunque del neobehaviorismo è quello di aver ampliato gli inputs e dunque conseguentemente di riuscire a cogliere negli outpouts sezioni della vita dei soggetti.

 

RAPPORTO TRA VITA ORGANICA E PROCESSI COGNITIVI

 

La vita mentale è impossibile senza la vita organica, mentre l’inverso è possibile;

l’organico è suscettibile di verifica e di controlli osservabili, mentre le condotte e la coscienza non lo sono altrettanto; per cui è produttivo cercare l’interconnessione e l’intreccio tra vita organica e processi mentali.

 

LESS (2)

 

Il RIFLESSO CONDIZIONATO: non è stabile per se stesso e si può stabilizzare solo nell’ambito di condotte più ampie. L’associazione è assimilazione (nel cane di Pavlov il suono del campanello deve essere assimilato ad uno schema quello del cibo, altrimenti il suono non produrrà più riflesso).

Da che cos’è l’intelligenza a come funziona l’intelligenza:

nel suo manifestarsi, essa non appare come già dotata di tutte le strutture, né si evolve in modo rettilineo:

“l’intelligenza si costruisce, in realtà, a poco a poco, grado per grado, e ciascuno di questi stadi si manifesta ai suoi inizi come una ricostruzione attuale di ciò che era acquisito su di un altro piano al livello anteriore.” (..)

“è vero che esistono stretti legami tra l’organizzazione nervosa o fisiologica in generale e l’organizzazione della conoscenza (..) un sistema multiplo di interazioni tra processi relativi a scale sovrapposte e in nessun caso di semplice riduzione.” [pp.137/38]

 

PREGI E LIMITI DELLA GESTALT

 

La Gestalt costituisce una delle premesse fondamentali dello strutturalismo; partendo dall’analisi della percezione come totalità, i gestaltisti hanno cercato di stabilire le leggi di questa totalità.

Il problema, secondo Piaget, è che le operazioni dell’intelligenza sono reversibili

Logicamente (inversioni, reciprocità, trasformazioni, ecc..) e

Fisicamente (ritorno agli stadi anteriori),

mentre i processi percettivi sono irreversibili, privi di necessità intrinseca o logica.

E allora, come connetterli? Secondo Piaget

“La vita mentale può essere concepita come vita organica socializzata, il mentale dissolvendosi all’analisi, da una parte nelle sue sorgenti organiche, dall’altra confluendo nei modi della sua esplicazione sociale.” [pag.145]

E’ necessario intrecciare la ricerca seguendo la coordinazione di tre piani:

l’eredità genetica, lo sviluppo, il comportamento.

Per comprendere come la formazione dell’individuo sia influenzata dalla società occorre conoscere:

 

“1. Il patrimonio psicologico ereditario della nostra specie, (..)

2. Lo sviluppo del bambino e dell’adolescente, e, in modo specifico, i processi di socializzazione che modificano la maggior parte dei loro caratteri psicologici. (..)

3. I comportamenti sociali dell’adulto, nella dinamica dei gruppi o la vita collettiva in generale, comprese le innumerevoli condotte sociali interiorizzate e applicate al proprio io, (..)” [pp.147/48]

 

I processi di socializzazione e la loro importanza, sono stati sottolineati proprio dagli psicologi dell’infanzia, che possono avvalersi anche di tecniche di sperimentazione e di controllo delle ipotesi.

Contributo rilevante anche dalla psicologia sociale e dei gruppi, che parte dall’assunto dell’uomo come “animale sociale”.

Piaget rileva come la ricerca sull’ordine mentale e quella sull’ordine sociale assumano la stessa forma, per cui rivendica la lezione dell’analisi relazionale per cui è indispensabile l’analisi della

“costruzione delle strutture logiche, costruzione della quale è possibile seguire lo sviluppo nel bambino e nell’adolescente studiando il loro pensiero spontaneo e non limitandosi al loro apprendimento scolastico.”  [pag.156].

 

Tendenze della psicologia contemporanea in ordine ai contenuti specifici della vita mentale:

-         A. psicoanalisi

-         B. psicologia delle condotte

-         psicologia genetica

 

A.     Secondo Piaget  le tendenze post-freudiane della psicanalisi e della psicologia dinamica, progrediscono dall’originario integrale riduzionismo (Freud) ad uno sviluppo dovuto alla necessità di comprendere le tappe dello sviluppo psichico umano nella totalità dei suoi aspetti e delle sue implicazioni e dunque progrediscono verso un positivo costruttivismo, specie con la scuola di Stockbridge di Rapaport, che cerca un rapporto unitario tra processi affettivi e processi cognitivi.

 

B.     Il behaviorismo è limitato fortemente e unilateralmente dal suo forte riduzionismo, nonostante alcune nuove ipotesi possano convergere sullo strutturalismo, come quelle di Tolman, secondo cui il soggetto compie operazioni organizzando l’ambiente in totalità significative (signgestalts), dunque ammettendo l’esistenza di un insieme strutturato.

ULTERIORE CRITICA DEL COSTRUTTIVISMO AL BEHAVIORISMO

 

“Se, infatti, lo sviluppo precede e determina l’apprendimento, ciò non significa affatto ammettere il carattere innato della conoscenza o conoscenze acquisite indipendentemente dall’apprendimento: significa, invece, che ogni apprendimento comporta, oltre ai dati esteriori S o alle reazioni osservabili R, un insieme di coordinazioni attive, il cui processo di progressiva equilibrazione costituisce un fattore fondamentale e rappresenta in effetti una logica o un’algebra.”  [pag.168] Dunque

“le strategie implicano una logica, dipendente in ciascun caso dal livello operatorio del soggetto" [pag.169]

 

MEMORIA E STRUTTURE DELLA MEMORIA

 

Allo stato attuale delle ricerche, bisogna distinguere tre grandi categorie di memoria:

-         “memoria nel senso del biologo”

-         “memoria relativa al solo comportamento o “memoria psicologica in senso lato”

-         “memoria psicologica in senso stretto” o insieme di comportamenti che implicano un esplicito riferimento al passato

 

In ogni caso, la memoria è legata a schemi:

“per schema s’intende propriamente l’espressione di un’attività che si ripete in virtù di una generalizzazione (anche se le situazioni sono identiche), laddove un ricordo consiste nel ritrovare nella realtà, o nel pensiero, un oggetto o avvenimento singolari.” [pag.172]

Memoria dunque si ha, ogniqualvolta si conquista la deduzione.

 

Forme inferiori di memoria presuppongono la conservazione di schemi elementari, come abitudini e attività sensorio-motrici;

forme intermedie di memoria, memoria di ricostruzione, sono legate all’azione e a schemi determinati;

forme elevate di memoria costituiscono la memoria di evocazione, caratterizzata dalla rappresentazione o pensiero, non più legata a schemi d’azione. Questa non ha nulla di innato, ma si ‘costruisce’ con la funzione semiotica, condizione della rappresentazione.

 

 

IL CUORE DELLO STRUTTURALISMO DI PIAGET

  “due grandi lezioni ci vengono da una migliore conoscenza del bambino: l’universo non è, in realtà, organizzato che alla condizione di avere reinventato poco a poco tale organizzazione, strutturando gli oggetti, lo spazio e il tempo e la causalità e costituendoli in complesso logico; mai nulla si apprende dai maestri se non ricostruendo, allo stesso modo, il loro pensiero: senza questa organica appropriazione, esso non potrebbe mai fissarsi nell’intelligenza e nemmeno nella memoria (cosa che si constata direttamente). In una parola, la psicologia del bambino ci insegna che lo sviluppo è una costruzione reale, al di là di innatismo ed empirismo, e che non si risolve in un’accumulazione additiva di acquisizioni isolate, ma è una costruzione di strutture”  [pag.176/77]

 

 

Dalle ricerche dell’etologia, si può ipotizzare che l’istinto componga tre elementi:

- funzionamento di organizzazione e regolazione (condizioni della trasmissione ereditaria)

- programmazione ereditaria

- adattamenti-aggiustamenti del singolo individuo

 

il primo e terzo elemento costituiscono le due condizioni dell’intelligenza

 

SPIEGAZIONE DELLO SVILUPPO: non solo maturazione, vita sociale o esperienza, ma

 

EQUILIBRAZIONE

è questo un fattore decisivo per la coordinazione delle azioni, non innato, ma una vera e propria autoregolazione.

“sistema di compensazioni attive e soprattutto anticipatrici del soggetto.” [pag.193]

Le strutture esistono , ma non alla coscienza di chi le possiede, che è capace solo di individuare le operazioni particolari da lui utilizzate.

  In sintesi:

“Le strutture operatorie dell’intelligenza non sono innate, si sviluppano anzi nel corso di un processo laborioso, che abbraccia i primi quindici anni dell’esistenza, nelle condizioni sociali più favorevoli. (..)

Le strutture (..) sono il risultato di una reale costruzione, che procede per gradi, su ciascuno dei quali è necessaria una preliminare ricostruzione dei risultati ottenuti al grado precedente, prima di ampliare il proprio ambito e di promuovere una nuova costruzione: le strutture nervose servono quale strumento dell’intelligenza sensorio-motrice, ma questa è in grado di costruire una serie di nuove strutture. (..)

le operazioni del pensiero, a loro volta, assumono a proprio fondamento l’azione sensorio-motrice dalla quale prendono origine, ma esse ricostruiscono ciò che era acquisito a livello pratico, elaborandolo in forma di rappresentazioni e concetti; (..)

il pensiero riflessivo o astratto, finalmente, ristruttura le iniziali operazioni mentali, situando il dominio concreto in quello dell’ipotesi e della deduzione proposizionale o formale.” [pag.185]

 

STRUTTURE OPERATORIE

STRUTTURE NERVOSE (intelligenza sensorio-motrice)

 

 

PROCESSO (1-15 ANNI)                    tappe 1. 2. (ricostruzione preliminare di 1.), ecc..

 

COSTRUZIONE PROGRESSIVA STRUTTURE

Rappresentazioni/concetti

PENSIERO RIFLESSIVO-ASTRATTO                       deduzione logica

 

I modelli astratti diventano d’uso corrente in tutti i campi della psicologia (cfr. la curva gaussiana)

 

 

RAPPORTO LOGICA/PSICOLOGIA:

è impossibile non incontrare il problema centrale della psicologia dell’intelligenza, come il soggetto costruisce le sue strutture operatorie nel corso dello sviluppo: è una costruzione progressiva, le cui tappe costituiscono i gradini per le tappe successive.

La logica parte (cfr. sillogistica di Aristotele) proprio dall’intuizione e dall’evidenza, dalla formalizzazione delle trasformazioni/equilibrazioni che avvengono nelle strutture operatorie.

 

RAPPORTO MATEMATICA/PSICOLOGIA:

le tre grandi ‘strutture-madri’ (secondo la scuola di Bourbaki), le strutture algebriche, d’ordine e topologiche, corrispondono, in forme concrete e limitate, alle tre elementari strutture operatorie che si rinvengono nel bambino a partire dalla formazione, nel periodo tra i 7 e gli 8 anni, delle prime operazioni logico-matematiche.

 

RAPPORTO FISICA/PSICOLOGIA:

il rapporto tra tempo e velocita’, e l’intuizione della velocità indipendente dalla durata, si può individuare nel bambino, in forma d’intuizione ordinale del superamento.

 

Per studiare tutti questi rapporti:

 

“Un gruppo costituito da psicologi, logici, matematici, biologi, ecc., ha perciò costituito a Ginevra un Centro Internazionale di Epistemologia genetica, con lo scopo di studiare sistematicamente le relazioni tra i problemi epistemologici propri alle differenti discipline e i fatti dello sviluppo mentale e conoscitivo suscettibili di chiarirli.” [pag.205]

 

 

 

La definizione di STRUTTURA:

 

“sistema di trasformazioni che comporta leggi proprie al sistema come tale, distinte dalle proprietà degli elementi”

Bisogna distinguere la funzione, in quanto attività strutturante, dalla struttura in quanto risultato strutturato, complesso di regolazioni e autoregolazioni.

 

AUTOREGOLAZIONE:

“tali  trasformazioni comportano un’autoregolazione nel senso che nessun nuovo elemento generato dal loro esercizio esce dai confini del sistema e che le trasformazioni del sistema non fanno ricorso ad elementi ad esso esteriori” [pag.228]

 

L’autoregolazione della struttura costituisce la ragione del suo “equilibrio”, la stabilità del quale è affidata alle regole stesse di questa struttura, cioè ad un insieme di “norme”.

Il funzionamento della struttura coincide con le sue trasformazioni interne. [pag.229]

 

 

LE TAPPE DELLO SVILUPPO INTELLETTIVO INERENTI LA LOGICA [pag.256/57]

 

“ogni processo genetico che fa capo a delle strutture consiste in equilibrazioni cui si alternano squilibri seguiti da riequilibri (che possono riuscire o fallire), dato che gli esseri umani non restano mai passivi ma perseguono perpetuamente dei fini o reagiscono alle perturbazioni con compensazioni attive consistenti in regolazioni."[pag.271] e anche

 

allo stadio dell’intelligenza sensorio-motrice si trovano, nella costruzione degli schemi di azioni e nella coordinazione di tali schemi, strutture d’inclusione, d’ordine, di corrispondenza, ecc., che presentano già un carattere logico e costituiscono il punto di partenza delle future operazioni del pensiero”, [pp.303/04], cfr. anche Woodward, 1972

 

PRASSEOLOGIA= “teoria generale dell’azione efficace”, [pag.272]

 

LA MOTIVAZIONE SECONDO PIAGET:

“ogni condotta è dettata da un interesse nel senso qualitativo generale, per il fatto di perseguire uno scopo che ha un valore in quanto desiderato; e lo scopo può essere interamente disinteressato (nel secondo significato del termine) benchè fortemente interessante (nel primo significato del termine). “ [pag.275]

 

PIAGET/MARX cfr. pp.292/296

 

CHE COS’E’ L’EPISTEMOLOGIA GENETICA E COSA STUDIA IL CENTRO INTERNAZIONALE DI GINEVRA,

Conclusioni [pag.322]

  Fe.D.

ritorna all' indice filosofia ed educazione