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Scienza dell'organizzazione pubblica

(integrazioni)

La Comunicazione
(Dubla, 2000)

La Comunicazione

 

La scienza dell’organizzazione, in un passato ormai lontano, considerava la comunicazione come una sorta di “lubrificante” della macchina organizzativa. Lo “Scientific Management” del Taylor, si basava infatti sul funzionamento pressoché automatico del processo organizzativo, e tale automatismo era ottenuto con una meticolosa parcellizzazione del lavoro e con un minuzioso addestramento di ciascuno su una specifica particella di attività. In definitiva la comunicazione, non era altro che il veicolo di specifiche istruzioni atte a superare intoppi imprevisti.

Successive concezioni, legate al cosiddetto “modello cibernetico” o “organicistico”, vedevano piuttosto la comunicazione come “sistema nervoso” dell’organismo organizzativo. La comunicazione infatti è il veicolo dell’informazione (che è la base del funzionamento dell’organismo), intesa come insieme complesso di segnali provenienti da sensori esterni, di segnali di comando, di segnali provenienti da sensori interni fra i quali, importantissimi, quelli di Feedback.

La comunicazione è caratterizzata dagli stessi fattori che caratterizzano i sistemi, ossia entropia, omeostasi, Feedback.

  Gli Attributi della Comunicazione

  Il primo degli attributi della comunicazione è la capacità di apprendere, che l’organizzazione consegue mediante la valorizzazione del feedback. Quest’ultimo, infatti, mette in relazione il comportamento dell’organizzazione e il successo che essa deve conseguire, e dunque esegue un vero e proprio monitoraggio al fine di selezionare i comportamenti corretti.

Il secondo attributo è la memoria dell’organizzazione. Si basa sul processo di comunicazione che veicola le informazioni contenute nelle fonti dell’organizzazione stessa, quali gli archivi, i documenti, i rapporti, la normativa, ma anche i principali parametri culturali e comportamentali.

Il terzo attributo è la volontà dell’organizzazione (che si manifesta con la comunicazione), estrinsecata dalla sua capacità di decidere e di porsi degli obbiettivi.

L’ultimo attributo è la coscienza dell’organizzazione, ossia la consapevolezza di ciò che può mettere in pericolo la propria esistenza e di ciò che può viceversa costituire un fattore di successo. Tale attributo è una capacità di valorizzazione di segnali anche molto deboli relativi al contesto entro il quale l’organizzazione stessa opera, alle tendenze in atto, agli indicatori.

Comunicazione e Struttura

  L’azione direzionale è fondamentalmente azione decisionale. La decisione ha come presupposto l’informazione, la quale è normalmente collocata in luoghi, persone e circostanze varie e diverse. Essa deve pertanto essere “trasportata” ai centri decisionali, e tale trasporto avviene lungo i canali di comunicazione e attraverso i mezzi di comunicazione.

I canali di informazione sono spesso coincidenti con i canali gerarchici: la teoria classica non ammette altre soluzioni, se non limitatamente a canali formali  orizzontali perfettamente strutturati, come per esempio il cosiddetto “Ponte di Fayol”, inteso come esclusivo mezzo di coordinamento.

 

A

 

 

B                             B1

 

C                                                            C1

 

D                                                                                           D1

Il ponte di Fayol

 

Il canale gerarchico presenta alcuni vantaggi:

 

 

·         Non crea contrasti funzionali: l’ordine viene dato dall’alto;

·         Assicura unità d’azione e rapidità di decisione;

·         Contribuisce alla tutela del segreto;

·         Richiede un sistema di comunicazioni meno complesso;

Esso tuttavia presenta anche alcuni svantaggi, incompatibili con le moderne esigenze di rapidità e flessibilità:

·         Allunga i tempi decisionali (contraddizione!);

·         Accresce l’invadenza della burocrazia;

·         Tende a dare maggior peso agli aspetti formali che a quelli sostanziali;

·         Irrigidisce il processo decisorio.

 

 


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