Role-taking [da  Io Psicologico di  Mead]

tradotto, significa “presa di ruolo”
In metodologia didattica va inteso come assunzione di un ruolo. Nel linguaggio comune diciamo “mettersi nei panni dell’altro”.
Il “role taking” , che è indubbiamente più utile per la preparazione del feed-back , è un rovesciamento di prospettiva, un mettersi nei panni dell’altro, cercare di assumere un punto di vista diverso dal proprio.
Il concetto si deve a G.H. Mead, filosofo e psicologo americano (1863/1931), nell’opera postuma Mind, Self and Society, 1934, connesso a Io Psicologico.
Per il Mead l’io sorge perché l’individuo è capace di farsi oggetto a se stesso, come fa oggetto a sé gli altri. Ciò avviene nel processo di comunicazione, che è preverbale nella forma dei gesti, ed è verbale in quella del discorso simbolico. Proprio la possibilità per l’uomo di valersi del simbolo verbale gli consente di assumere un’infinità di atteggiamenti e di “ruoli” propri degli altri, e così di comprenderli, di consolidare il proprio io, e di comunicare a fini sopra personali. L’io è il principio dinamico che dà all’insieme dei ruoli esperiti il carattere unico del me personale, come appare nell’esperienza sociale. La mente (coscienza) sorge soltanto col linguaggio, e perciò non vi è personalità umana compiuta nella fase preverbale. Nella personalità, il me riflette maggiormente l’influsso sociale, l’io invece è il fattore emergente che rende la persona unica. L' io però subisce molto l’influsso del me, tanto che solo i geni e gli eroi riescono a rendersi indipendenti. L’io così considerato non è più una realtà speculativa, ma una realtà sperimentale, che ci consente di studiare la genesi e lo sviluppo della personalità.

Su questo stesso tema vedi la nota su un problema del rapporto comunicazione/relazione
 

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